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Cose toccanti

Ultimo Aggiornamento: 31/01/2009 01:37
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31/01/2009 01:37

Cose toccanti! Sono il rimembrare di ricordi che possono essere anche, in uguale misura, simili a quelli di altri .
Ho letto di Ultimo, il suo piccolo grande viaggio nei luoghi del passato.
Mi ci sono ritrovato , quasi che qull’ Ultimo fossi io .
Qui nel parmense , le lanche hanno altro nome , forse di quel nome non ne ho ricordo , ma Ultimo è riuscito a sollecitarmi il rimembrare di quello specchio d’acque che tutti noi ragazzi, in un termine del tutto parmigiano, chiamavamo il maretto.
La mia avventura non parlerà di pescatori alla ricerca di regina , il maretto , era il nostro mare estivo pieno di ragazzi di borgo. Pochi i pesci, quei pochi a rischio.
Il grottare, spinti dalla endemica situazione che molti di noi soffrivano, era il modo di procacciarsi un pasto . Sistema molto pericoloso il dedicarsi a quel tipo di pesca, consiste nell’immergersi sott’acqua vicino ai gabbioni e poi in apnea cercare, accarezzandoli, di prendere i pesci.
Più facile da descriversi che non il farlo.
Ora ho nitido quel ricordo. Tutti con gli stessi slip, limitati nei colori e di un cotone rigido di ordinaria fattura, sul fianco una corda infilata in buchi ottonati .
Gianni, ragazzo poliomielitico , un mio amico di allora , era certamente il più povero tra noi .
Quel tipo di pesca gli era consono, per lui quello specchio d’ acqua non era solo la ricerca di refrigerio per una giornata calda e afosa ma era, con priorità, la ricerca di cibo.
E’ brutta la fame! Certo che sì , anche se io ,più fortunato di molti altri, non l’ho mai provata .
Si rideva , si giocava , ci si tuffava schiamazzando così com’è abitudine dei ragazzi di borgata.
Animaletti in libertà tutti noi , sì animaletti , ma proprio perché tali, con un grande sentire interiore che ci univa in un tutt’uno nei momenti del bisogno.
Gianni si era immerso, i suoi tentativi di pesca pareva dessero i suoi frutti ,era contento ed ogni tanto ci chiamava per dimostrare la sua bravura.
Poi, tutto ad un tratto, si ci accorse che quei richiami scanditi con frequenza cronometrica , non ci arrivarono più.
Fu silenzio generale, un unico nome fu gridato. Al sop al sop le drè fogher !!!! ( lo zoppo , lo zoppo sta affogando) Sì, fu gridato così , non era un modo di dileggio al Gianni,era solo una sollecitazione motivata per rendere partecipi tutti noi per dare aiuto a quell’amico meno fortunato.
La ricerca per quel corpo immerso, fu di tutti noi .
Era ormai agli estremi. Il Gianni non avrebbe avuto più nessuna possibilità .
Una mano provvidenziale estrasse un coltello e con rapidità tagliò la corda degli slip nella quale il gancio fuoriuscito da quei gabbioni si era impigliato.
Tutto finì bene , e poi si sa non vi sono cose tragiche per i ragazzi.
Il Gianni emerse senza gli slip e questo fu motivo di risate.
Un ricordo solo mio, forse di scarso interesse per chi ne leggerà , ma la cosa per me importante è quanto il racconto del nostro caro amico Ultimo ha saputo farmi ricordare . Grazie delinquente , sai farmi ringiovanire , almeno nei ricordi.
Ciao a tutti dal vecchio Pat .

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