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Lettera al Padreterno
Tu, che tutto puoi, resta dove sei,
ma lascia noi restare dove stiamo.
Lascia succhiare a noi un dolce bastoncino di verde liquirizia.
L’amaro dei giorni tristi fai che si addolcisca.
Dai a noi la gioia di godere di queste meraviglie
del Mondo, quando chiudiamo gli occhi per non vedere
delle altrui miserie.
Ogni bruttura fai che possa scemare,
Rendi Roma, Parigi, Londra ed ogni dove,
Tu che puoi,
luogo d’amore.
Fai che ogni triade di città valga la tua Trinità.
Non darci sacerdoti …quelli li abbiamo già,
concedici invece il pane quotidiano della verità.
Tu che tutto puoi non muoverti da lì
Che ne varrebbe?
Noi siamo a tua immagine, forse non basta ad emularti ?
Cercare di carpire ogni tuo detto ci pensa il clero, quello maledetto.
Lascia che andiamo soli, immiseriti
dei nostri sentimenti inariditi verso i misteri d’ogni nuovo luogo.
Compete a noi cercare di New York, Calcutta o Samarcanda
Gli spazi ove felicità s’annida.
Rimani, non ti crucciare,
noi lo sappiamo distinguere
il bene dal male , non ti pare?
10- Aprile-2003